La mia famiglia selvaggia
Il Viet Nam appena sbarcati ci pareva un posto incredibile.
Ogni metro c’ è un negozio, e ogni via ha una sua tipologia di venditori.C’è la via dei giocattoli, quella delle ciotole di legno, delle radio e via dicendo. Dappertutto ci sono degli strani personaggi che cucinano per strada degli improbabili polli, spaghetti di riso, pesce e li servono su micro tavolini con annessi dei micro panchetti di plastica. Ogni due metri un venditore per stranieri cerca di venderti un souvenir. C’è caldo. Il colori sono tanti. La gente è cordiale ed è molto gentile con Maty che viene puntualmente scambiata per un danese in visita. Alcuni ci chiedono di poter fare una foto con lei. Ci sono miliardi di motorini che vanno da tutte le parti e tutti suonano il clacson senza motivo. C’è caldo. Insomma per render l’idea: prendete Napoli, quartieri spagnoli e moltiplicate per 10. Domani è il grande giorno. Andiamo a prendere Thi Ly.
A tratti ci è parso anche selvaggio quando, lasciata la metropoli di Hanoi, ci siamo addentrati nella verde e lussureggiante campagna vietnamita.
Ci siamo avventurati in un bellissimo territorio, verde, pieno di risaie, acqua, montagne e gente cordiale, poco battuto dai turisti che solitamente cercano altro… credo siamo stati la prima coppia ad andare in questi luoghi ma la voglia di conoscere e vedere ha avuto il sopravvento… ne è valsa la pena.
Questo è il Viet Nam dove , pur fra i confort per fortuna arrivati fino a qua, ancora ci si arrangia…panca fitness a dimostrazione…
Qui abbiamo visto come vivono i Muong e abbiamo indossato i loro abiti tradizionali e visto le loro danze che hanno centinaia e migliaia di anni…
Forse eravamo noi la FAMIGLIA SELVAGGIA… come quella del libro di Laurent Moreau edito da Orecchio Acerbo. Agli occhi della mia piccola bambina, il primo incontro deve essere stato quasi “mostruoso”…
una mamma agitata e infiocchettata nel suo miglior vestito per l’occasione
un grande, grosso ed irsuto papà dalla voce profonda che la spaventava
una piccola e minuta sorella con capelli color del grano
I suoi occhi parlavano chiaro…
Una famiglia talmente poco educata da entrare in casa sua prepotentemente, a malapena bussando, salutando frettolosamente e portandola via al volo… quasi un rapimento in piena regola. C’è voluto un po’ di tempo per abituarci alle selvagge abitudini l’una dell’altra, ma è stata una scoperta meravigliosa ed eccezionale. Un avvicinamento graduale, annusandosi, proprio come fanno gli animali.
Un libro simpatico, che ribalta prospettive, esce dagli schemi, va oltre i legami di sangue e cresce, pagina dopo pagina, nutrendosi della potenza della relazione. Il riconoscersi nel volersi bene, sopra a tutto, pur evidenziando le diversità. Insomma un libro perfetto per una selvaggia famiglia adottiva come la nostra che, giorno per giorno, sta cercando di diventare, come dichiara il libro in apertura, “una famiglia eccezionale”.
Le immagini e le frasi virgolettate sono state prese dal diario della mia famiglia scritto durante il periodo del nostro soggiorno in Viet Nam nel lontano 2010. Se ne volete sapere di più scrivetemi a info@gallinevolanti.com
Il punto di vista sull’adozione
La protagonista della storia è una bambina, quello presentato è il SUO punto di vista sulla comunità che la accoglie e sulla sua famiglia.
Il bambino è al centro della narrazione e presenta la diversità della sua famiglia selvaggia facendola apparire, però, con una naturalezza tale da renderla famigliare. La naturalezza nasce, a mio parere, proprio dalla relazione e dal volersi bene.
L’adozione è un percorso nel quale familiare ed estraneo si intrecciano: ciò che è dentro e ciò che è fuori (extra), in relazione tra loro, innescano un processo di scambio senza mai consumarsi totalmente (Ondina Greco, 2014).
Il libro mi è piaciuto perchè presenta il tema della famiglia come “mescolata”, una famiglia dove il diverso non è il bambino adottato ma ciascun componente che vi appartiene, con le sue peculiarità. Inoltre, nel panorama ormai classico delle storie di adozione, in cui piccoli di specie diverse vengono accolti da parte delle più disparate razze animalesche, questo libro cambia un po’ la prospettiva. Il finale è forse un po’ ambiguo e, nel caso della lettura con un bambino adottato, andrebbe esplicitata la nota positiva, ricercando i pregi della bambina nel suo essere diversa ed evitando, invece, la possibile visione negativa della propria peculiarità.
Consiglio il libro
a tutti gli insegnanti che si trovino in classe esperienze di “famiglie mescolate” fra cui magari famiglie adottive.
famiglie adottive con bambini piccoli e non ancora pronti a sentire storie in cui l’adozione viene prepotentemente espressa e raccontata.
famiglie adottive i cui bambini non raccontano e non parlano del loro essere adottati: rispettiamo i loro tempi, non forziamo la mano con storie e racconti che li riconducano esplicitamente a qualcosa che non sono ancora pronti ad affrontare ma dimostriamoci aperti all’ascolto e attenti alla diversità… questo libro può essere un buon tramite!
Mi sono davvero commossa. Che belle bambine che hai! Complimenti davvero. (Il libro mi piace tanto!)
Mi sono davvero commossa. Che belle bambine che hai! Complimenti.
Che emozioni riesci a suscitare. Brava Ada ♡
Grazie Simo!
Splendida storia..mi sono commossa. Ada sei meravigliosa
Grazie a te!