[ Il presente consiglio di lettura è stato scritto da Caterina Zerlotti, lettrice ad alta voce, promotrice della lettura, socia attiva della nostra Associazione di Promozione Sociale “GallineVolanti” ]
Il mio amico geniale

Per una volta, la traduzione italiana del titolo, non letterale, (in inglese “The Shernoff Discoveries”), rispetta in pieno le aspettative che crea.
Questo è un romanzo geniale, “precisamente” (citando uno degli avverbi più frequenti in tutto il romanzo).
Geniale nella forma: ogni capitolo inizia con un titolo preceduto da puntini iniziali, che ti comunicano subito che è una delle tante cose capitate ai protagonisti, come se ci venisse offerto solo il meglio delle avventure vissute. E prosegue con una citazione tratta dalle parole di Harold, a conferma che Harold è un personaggio davvero singolare. La forma, insomma, mette già il lettore nella migliore delle predisposizioni per immergersi nella storia, suscitando curiosità.
Geniale nella struttura: la voce narrante è anonima, non ne sappiamo il nome, conosciamo solo quello di Harold, l’amico di cui racconta le avventure. In realtà, il romanzo è tutto un gioco di specchi che permette ai due protagonisti di svelarsi come singole persone, di rivelarci momenti di vita vissuta assieme, di ammettere tante delle insicurezze e paure tipiche degli adolescenti proprio perché sono raccontate in maniera speculare e contrapposta.
Non è corretto dire che Harold e io eravamo migliori amici. Eravamo, l’unico amico l’uno per l’altro.
La realtà è che eravamo due sfigati, probabilmente i ragazzi più impopolari di tutta quell’area demografica che confluiva nella Washington Junior High School, che comprendeva (Harold aveva naturalmente fatto tutti i calcoli) le città di Hillard e Peat, nel Minnesota e tutta la zona rurale circostante, nel raggio di dodici miglia (Harold di sicuro avrebbe gradito che io riportassi il dato in chilometri, ma lascerò al lettore il piacere di farsi la conversione dalle miglia al sistema metrico decimale).

L’incipit ci dice già tutto: amici per esclusione di altre possibilità, sfigati.
Harold si veste in maniera antiquata, sembra “un contabile trentenne” con giacca, cravatta e “tonnellate di brillantina”, è “afflitto” dalla curiosità, e si impegna a sperimentare scientificamente i problemi che gli si pongono davanti, dal sesso, ai rapporti con le altre ragazze, al diventare ricco. L’amico è tutto pelle e ossa, povero, nerd e perseguitato da Dick Chimmer, il bullo della scuola.
Geniale la trama: sette capitoli di vita vissuta, sette esperimenti che Harold intraprende per scoprire e capire come funziona la vita. Effetti benefici dell’elettricità, primato del cervello sui muscoli, i rapporti interpersonali, la gravità, fare amicizia, la pesca e la natura della ricchezza; insomma, tutto quello che conta! In 126 pagine che si leggono in un fiato, Paulsen ci rende partecipi di uno di quei rapporti di amicizia e complicità che si crea solo durante l’adolescenza, per intensità, franchezza e incoscienza. Harold e il narratore sono coetanei, amici più per necessità che per scelta, ma si accettano anche quando non si capiscono e, nonostante e, forse, grazie alle loro diversità caratteriali, usano il confronto per definirsi e caratterizzarsi come singoli individui. Il capitolo dell’epilogo finale tira le fila di tutti i personaggi coinvolti e ci offre una piccola sorpresa.
Sono le frasi tra parentesi, che ricorrono in tutto il romanzo, a dirci che l’ironia la farà da padrona. E’ difficile suscitare la risata, i tempi devono essere perfetti, le situazioni al limite del paradossale.
La voce narrante è la voce della spalla, quella che esalta il protagonista. Un meccanismo tipico della comicità che qui funziona benissimo. Attraverso i dialoghi, si svelano per contrapposizione le parti più comiche dei personaggi, le avventure improbabili che nascono dalle idee rivoluzionarie di Harold innescano un gioco di complicità tra i personaggi che riesce a farci sorridere sempre, e, spesse volte, anche ridere a crepapelle.
Geniale l’autore: chi frequenta la letteratura per ragazzi sa che Paulsen è speciale, purtroppo i suoi scritti sono quasi tutti fuori catalogo. Solo pochi editori, Rizzoli, Equilibri Editrice, e ora Camelozampa, hanno pubblicato o ripubblicato alcuni suoi romanzi, tutti da leggere. Scrittore molto prolifico, che meriterebbe sicuramente molta più attenzione, ha pubblicato racconti e romanzi di avventura che negli Stati Uniti lo rendono uno degli autori più amati dai ragazzi.
Infine, geniale nel font: nonostante il romanzo sia per i più grandicelli (dai 12 anni), l’alta leggibilità dei caratteri, uno dei marchi di fabbrica della casa editrice Camelozampa, mette a proprio agio tutti e agevola la lettura anche a livello visivo.
Perfetto per una lettura autonoma, questo libro, secondo me, si esalta in una lettura condivisa, sia tra adulto e ragazzo, sia ad alta voce in famiglia o in classe.
IL MIO AMICO GENIALE
di Gary Paulsen
Traduzione di Sara Saorin
Anno di pubblicazione: 2021
128 pp. | 12 x 17 cm.
Prezzo di copertina: 10,90 euro
Età di lettura: dai 11 anni
stupendo
Sì!