Il frontespizio è spiazzante perché vede un brusco cambio di stile e temi… siamo già dentro la storia: un minuscolo e simpatico faccino di bimba che fa capolino sorridendo dietro a un albero, in mezzo a un bosco. L’innocenza. La spensieratezza. Il tutto disegnato con pochissimi tratti a matita in bianco e nero.
La bimba sta giocando e saltellando qua e là arriva al limitare della foresta, dove c’è lui. E lei.
Un solo albero, dall’esile tronco, e una casina, lassù. Una finestra illuminata. Un brivido scorre lungo la schiena, ma prevale la curiosità che fa correre e poi protendere la piccola figura, la spinge sulla punta dei piedi per sbirciare attraverso la finestra.
E la vede. La vediamo. Una schiena curva, un volto rugoso, un naso adunco, gli occhi chiusi, una vecchina (una strega?) che si strofina le mani attorcigliando le dita dalle lunghe unghie bianche. La tavola occupa entrambe le pagine, i colori impastati, ruvidi, cupi. Il contrasto stilistico con le prime pagine è potente: la bambina che sbirciava dalla finestra al confronto è esile e leggera, un accenno.
Poi la corsa a perdifiato giù per la discesa che separa la casina dall’albero. Un urlo sordo. Una discesa che è solo linea nera di matita. La bimba accucciata dietro l’albero, gli occhi coperti dalle mani per non vedere ciò che ha visto, per non osare ancora oltrepassare l’albero con lo sguardo.
Ma ecco che, lenta, strisciante e cupa, avanza la strega.
Una tunica nera nasconde il corpo. Si sente quasi palpitare il cuore della bimba. Che farà la strega? Se la mangerà in un boccone? La incenerirà col solo sguardo?
Questo libro è stata per noi una delle più belle scoperte della Notte dei Racconti di quest’anno. Il giorno della manifestazione, quando quasi tutti gli altri libri in tema di alberi erano andati esauriti, “Oltre l’albero…” era ancora disponibile in ben quattro biblioteche, il che mi fa pensare che non venga apprezzato facilmente da chi se lo ritrova per le mani e getta uno sguardo frettoloso. Invece è una piccola meraviglia, con una grande presa sui bimbi grazie alla storia, semplice ma sorprendente, e alle immagini fortemente evocative. Mi piace anche la disinvoltura con cui l’autrice accosta e tiene insieme nello stesso libro stili grafici diversi (espediente per sottolineare le diversità su cui gioca ancora più esplicitamente in “L’autre monsieur Paul” / “L’altro Paolo”)…
Grazie Francesca per il tuo prezioso commento. Sono felice che anche tu abbia colto la particolarità e la bellezza di questo albo, e in generale di questa autrice, che io personalmente adoro. Purtroppo, come hai scritto tu, non è un libro immediato ma sta a chi lo apprezza molto come noi cercare di diffonderlo 😉 Io l’ho portato all’incontro LIA a tema silent book, in biblioteca. Potremmo riproporlo per il tema alberi, che dici? 🙂 (L’altro Paolo non l’ho ancora avuto tra le mani, direi che è l’unico di Mandana Sadat che mi manca…dovrò rimediare!)
Assolutamente d’accordo a portarlo alla serata LIA sul tema! E “L’altro Paolo” è perfetto per l’incontro successivo. 🙂
Giusto, Francesca!