Oltre l’albero…

Silvia Sai
Oltre l’albero… Oltre ciò che non vedo e mi incuriosisce.
Oltre ciò che intravedo e mi spaventa. Oltre la paura. Oltre il silenzio.

Oggi vi parlo di Oltre l’albero…, per me un mostro sacro di libro, un silent book edito nel 1997 in Francia e frutto di un esercizio durante la classe di illustrazione del talento belga-iraniano: Mandana Sadat

Plauso alla casa editrice Artebambini per aver scelto di proporre questo gioiello anche in Italia nel 2004.

In principio è la splendida copertina (che si completa in quarta di copertina), che alcuno può lasciare indifferente. E come potrebbe, quel volto rugoso dai toni autunnali che ci guarda ammiccante, dritto negli occhi? E quella bocca schiusa quel tanto da far uscire il titolo inclinato verso l’alto coi puntini sospesi, un chiaro invito ad aprire il libro?

Oltre_l'albero

Il frontespizio è spiazzante perché vede un brusco cambio di stile e temi… siamo già dentro la storia: un minuscolo e simpatico faccino di bimba che fa capolino sorridendo dietro a un albero, in mezzo a un bosco. L’innocenza. La spensieratezza. Il tutto disegnato con pochissimi tratti a matita in bianco e nero.

La bimba sta giocando e saltellando qua e là arriva al limitare della foresta, dove c’è lui. E lei.

Un solo albero, dall’esile tronco, e una casina, lassù. Una finestra illuminata. Un brivido scorre lungo la schiena, ma prevale la curiosità che fa correre e poi protendere la piccola figura, la spinge sulla punta dei piedi per sbirciare attraverso la finestra.

E la vede. La vediamo. Una schiena curva, un volto rugoso, un naso adunco, gli occhi chiusi, una vecchina (una strega?) che si strofina le mani attorcigliando le dita dalle lunghe unghie bianche. La tavola occupa entrambe le pagine, i colori impastati, ruvidi, cupi. Il contrasto stilistico con le prime pagine è potente: la bambina che sbirciava dalla finestra al confronto è esile e leggera, un accenno.

Poi la corsa a perdifiato giù per la discesa che separa la casina dall’albero. Un urlo sordo. Una discesa che è solo linea nera di matita. La bimba accucciata dietro l’albero, gli occhi coperti dalle mani per non vedere ciò che ha visto, per non osare ancora oltrepassare l’albero con lo sguardo.

Ma ecco che, lenta, strisciante e cupa, avanza la strega.

Una tunica nera nasconde il corpo. Si sente quasi palpitare il cuore della bimba. Che farà la strega? Se la mangerà in un boccone? La incenerirà col solo sguardo?

La vecchia improvvisamente adagiata contro il tronco, dall’altra parte dell’albero, appunto. Gli occhi chiusi.

Poi, la meraviglia: gli occhi aperti della vecchina, la bocca socchiusa..

Una sola frase, un incipit famoso “C’era una volta…”. Parole scritte che fuoriescono in forma diagonale dalla bocca della strega, come un sospiro. Una frase familiare e dolce pronunciata da chi è meno indicato in apparenza a narrare storie: una strega (ma ella è si vedrà, una narrastorie).

E il sussurro dà vita a una storia nella storia. Con grande forza espressiva il racconto della strega si materializza in un drago che fa sussultare la bambina, ora sì piena solo di meraviglia e curiosità

Un drago vero, perchè è così che lo vede la bimba, colorato, disegnato con toni aranciati e vividi, molto dettagliato, nei particolari di unghie, denti, antenne, coda, squame.

Le pagine successive sono giocose e gioiose, la coda del drago forma dei gradini che terminano ai piedi della bimba. Esplode il gioco e il divertimento con la bimba che salta sulla schiena ruvida del drago, gli occhi di entrambi socchiusi e la bocca spalancata in una fragorosa, silenziosa, risata.

E la strega?

La strega ‘dorme’, come dice mia figlia (ancora molto distante dal comprendere la parte metaforica del libro). Sdraiata, immobile, appoggiata all’albero, gli occhi chiusi. La narratrice scompare dal racconto, emerge la storia e la capacità immaginifica della bambina in ascolto.

Poi ad un certo punto, inizia a ‘risucchiare’ il drago. Il racconto è finito. Drago e bambina si salutano sorridendo.

Vecchina e bambina sono ora siedono una accanto all’altra, adagiate al tronco. Un rossore è comparso sulle gote di entrambe.

Il muro della paura è caduto. Le parole hanno creato legami.

Un omaggio alla potenza immaginifica della narrazione e dei bambini (un tema ricorrente nelle opere dell’artista come in “Nelle mie mani”, “Il mio leone”, “Il giardino di Babai”), un omaggio al racconto oltre la paura, la diffidenza. Un libro saturo di contrasti, in cui l’inaspettato si fonde con il familiare.

OLTRE L’ALBERO…
di Mandana Sadat
Edizioni Artebambini
32 pp. – Anno di pubblicazione 2004
Prezzo: 12.00 €.
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4 risposte a “Oltre l’albero…”

  1. Francesca ha detto:

    Questo libro è stata per noi una delle più belle scoperte della Notte dei Racconti di quest’anno. Il giorno della manifestazione, quando quasi tutti gli altri libri in tema di alberi erano andati esauriti, “Oltre l’albero…” era ancora disponibile in ben quattro biblioteche, il che mi fa pensare che non venga apprezzato facilmente da chi se lo ritrova per le mani e getta uno sguardo frettoloso. Invece è una piccola meraviglia, con una grande presa sui bimbi grazie alla storia, semplice ma sorprendente, e alle immagini fortemente evocative. Mi piace anche la disinvoltura con cui l’autrice accosta e tiene insieme nello stesso libro stili grafici diversi (espediente per sottolineare le diversità su cui gioca ancora più esplicitamente in “L’autre monsieur Paul” / “L’altro Paolo”)…

    • Silvia Sai (Galline Volanti) Silvia Sai (Galline Volanti) ha detto:

      Grazie Francesca per il tuo prezioso commento. Sono felice che anche tu abbia colto la particolarità e la bellezza di questo albo, e in generale di questa autrice, che io personalmente adoro. Purtroppo, come hai scritto tu, non è un libro immediato ma sta a chi lo apprezza molto come noi cercare di diffonderlo 😉 Io l’ho portato all’incontro LIA a tema silent book, in biblioteca. Potremmo riproporlo per il tema alberi, che dici? 🙂 (L’altro Paolo non l’ho ancora avuto tra le mani, direi che è l’unico di Mandana Sadat che mi manca…dovrò rimediare!)

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