Sarà forse capitato anche a voi di osservare i vostri bambini indugiare troppo a lungo nella scelta del libro da leggere insieme, lo sguardo perso tra le copertine conosciute e amate. Sarà capitato anche a voi di udire infine quella vocina: “Mamma, raccontami di quando…“
(e qui si aprono mille scenari: di quando il cane è scappato, di quando tu eri piccola, di quando io sono nato, di quando il nonno si è perso in montagna, di quando al mare…)
Il fatto è che il vostro bambino, quella sera, non vuole leggere un libro ma chiede di ascoltare una storia vera, una storia che appartenga a lui, alla sua famiglia, una storia che possa sentire sua, e solo sua. Non c’è bisogno di illustrazioni, perché le immagini fioriscono insieme ai ricordi, diretti o indiretti. Non c’è bisogno di libri emozionanti, perché le emozioni sono implicite in questi racconti, così vividi e reali.
La nostra storia, richiesta da Ilde per un lungo periodo, e raccontata a bassa voce a luce spenta, è un’avventura banale, ma così speciale perché in sé racchiude l’universo più prezioso per una bambina di tre anni: la sua famiglia. È la storia di quando durante una passeggiata familiare in montagna, il cane dei nonni, Spritz, è scappato e per poco non si è pappato un galletto, con tanto di fischi, grida, cugini, zii, nonni e genitori coinvolti nelle ricerche, e contadino arrabbiato. Tanta emozione, tanti dialoghi, lieto fine.
Il libro che Andrea Camilleri ci propone, con le meravigliose illustrazioni di Giulia Orecchia in questa freschissima novità per Mondadori, appartiene proprio a questo genere di racconti. Un’esperienza vera, una memoria d’infanzia vissuto dallo scrittore e narrato in prima persona dal bambino protagonista.
Topiopì è un omaggio alle storie che germogliano di generazione in generazione.
E’ un omaggio al quotidiano che si sublima nel racconto.
Lascia un commento