Topiopì

Silvia Sai

Sarà forse capitato anche a voi di osservare i vostri bambini indugiare troppo a lungo nella scelta del libro da leggere insieme, lo sguardo perso tra le copertine conosciute e amate. Sarà capitato anche a voi di udire infine quella vocina: “Mamma, raccontami di quando…

(e qui si aprono mille scenari: di quando il cane è scappato, di quando tu eri piccola, di quando io sono nato, di quando il nonno si è perso in montagna, di quando al mare…)

Il fatto è che il vostro bambino, quella sera, non vuole leggere un libro ma chiede di ascoltare una storia vera, una storia che appartenga a lui, alla sua famiglia, una storia che possa sentire sua, e solo sua. Non c’è bisogno di illustrazioni, perché le immagini fioriscono insieme ai ricordi, diretti o indiretti. Non c’è bisogno di libri emozionanti, perché le emozioni sono implicite in questi racconti, così vividi e reali.

La nostra storia, richiesta da Ilde per un lungo periodo, e raccontata a bassa voce a luce spenta, è un’avventura banale, ma così speciale perché in sé racchiude l’universo più prezioso per una bambina di tre anni: la sua famiglia. È la storia di quando durante una passeggiata familiare in montagna, il cane dei nonni, Spritz, è scappato e per poco non si è pappato un galletto, con tanto di fischi, grida, cugini, zii, nonni e genitori coinvolti nelle ricerche, e contadino arrabbiato. Tanta emozione, tanti dialoghi, lieto fine.

Il libro che Andrea Camilleri ci propone, con le meravigliose illustrazioni di Giulia Orecchia in questa freschissima novità per Mondadori, appartiene proprio a questo genere di racconti. Un’esperienza vera, una memoria d’infanzia vissuto dallo scrittore e narrato in prima persona dal bambino protagonista.

Topiopì è un omaggio alle storie che germogliano di generazione in generazione.
E’ un omaggio al quotidiano che si sublima nel racconto.

topiopì

In qualità di narratore per bambini, Camilleri l’avevamo già apprezzato  in Magarìa. Lo scrittore siciliano torna a dedicarsi ai più piccoli donandoci un prezioso ricordo familiare che trasuda vitalità. Apparentemente è un racconto semplice, quotidiano, come forse a molti di noi sarà capitato di vivere pur in forme differenti, ma così straordinario per un bambino da cristallizzarsi nei ricordi.

La trama è molto lineare e potrebbe essere riassunta in poche righe. Un bambino, Nenè, durante le vacanze estive dai nonni, scopre che nel pollaio sono nati ben 12 pulcini.

In disparte, che li guardava un po’ stranito, ci stava un pulcino più piccolo degli altri è piuttosto spelacchiato. Forse era cosciente della sua debolezza e non osava entrare nel mucchio.
Io mi avvicinai alla cesta e mi inginocchiai accanto.
In quel momento il pulcino solitario si voltò, mi vide, zampetto verso di me e quando mi fu vicinissimo mi guardò e mi fece: PIOPÌ.
Forse si era presentato?
Per il sì o per il no, mi presentai anch’io:
“Piacere, mi chiamo Nenè.”

Quando Nenè esce dalla rimessa salutandolo, si accorge che il piccolo pulcino lo segue. Come nelle più tenere storie di amicizia, inizia tra i due un rapporto ricco di intimità, complicità e gioia: una storia fatta di cure amorevoli, letti condivisi, sguardi intensi, carezze, e scorribande campagnole a caccia di bisce nei prati o ciliegie sugli alberi.

Poi sopraggiunge il  destino che porta un tocco di crudeltà nella vita del piccolo pulcino nonché un sussulto nel racconto. Capita infatti un giorno che accidentalmente lo zoccolo di un asinello tranci di netto la zampina di Piopì. Camilleri dedica tre pagine a descrivere ciò che accade nel cuore e nei pensieri di Nenè immediatamente dopo la disgrazia, e diverse altre pagine alla complessa operazione di cura della zampina (sostituita con una cannuccia) grazie al pronto intervento dello zio Massimo. Ma le emozioni non finiscono qui, perché il piccolo Topiopì (così ribattezzato da Nenè per il ticchettare che produce il pulcino con la gamba di canna) qualche giorno dopo non è più in grado di camminare! Sarà nuovamente lo zio a capire che il piccolo, essendo cresciuto, necessita continuamente di una zampa artificiale sempre più lunga!

topiopi
topiopi

Amicizia, avventura, emozioni, accanto a questi ingredienti Camilleri intesse un’atmosfera di elementi che rendono il libro un racconto vivo.
Pochi cenni ma così evocativi!
Vi è l’ambientazione, vera scenografia della vicenda (l’estate trascorsa in campagna dai nonni, gli spazi di casa, il “baglio”, la stalla, la carrozzeria, gli animali domestici), la quotidianità (Nenè che accompagna di buon mattino la contadina Rosalia a dar da mangiare agli animali, la nonna che rischiara il buio corridoio con un candelabro in assenza di energia elettrica), le figure adulte (come la nonna, che suggerisce a Nenè di accudire il pulcino, o lo zio così disponibile nel riparare la zampetta) e la natura che profuma di libertà e vacanze.

topiopi
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Ma Topiopì non è un libro di narrativa, è un albo illustrato in cui i disegni di Giulia Orecchia paiono perfetti nel conferire ulteriore voce e sentimento alle parole di Camilleri. Scorriamo le pagine e respiriamo la terra siciliana e una dolce aria di casa. Si nota, come ha spiegato l’illustratrice stessa in un’intervista, l’accurato lavoro preparatorio per restituire con fedeltà una rappresentazione di spazi e oggetti d’epoca (il fazzoletto rosso sul capo di Rosalia, le piante nel baglio, le tappezzerie, i decori floreali sul letto, gli abiti della nonna, la cesta di vimini…).

topiopi
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Durante la lettura si è quasi abbagliati dai toni caldi scelti da Giulia Orecchia e dal disegno avvolgente che copre tutta la pagina accogliendo in sé il testo scritto. Non sono illustrazioni rumorose, ricche di dettagli, ma piene e lineari, fedeli allo stile caratteristico dell’illustratrice.
In un gioco sapiente di cambi prospettici, lo sguardo si abbassa “a misura di pulcino/bambino” fino ad inquadrare solo i piedi degli umani e o tagliando le figure adulte a mezzo busto. È così, anche grazie alla grande capacità espressiva di Giulia Orecchia nella rappresentazione dell’infanzia, il bambino, protagonista è voce narrante, concentra su di sé l’attenzione del lettore.

topiopi
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In casa nostra questo libro è stato molto apprezzato, complice il recente ritrovamento di un uccellino caduto dal nido nel giardino della nonna, ma anche la grande sete di storie vere che Ilde dimostra fin da piccolissima.

Adatto alla lettura autonoma dai 6/7 anni, è perfetto per una lettura condivisa dai 4 anni, le pagine sono numerose ma il testo non è lunghissimo e il linguaggio di Camilleri, essenziale, concreto ed evocativo al tempo stesso, la rende una lettura scorrevole e piacevolissima.

E Topiopì? Da pulcino, diventa un bel pollo, e infine… gallo o gallina?

Lasciando un po’ di suspence, basterà dire che Nenè conclude il racconto dichiarando orgogliosamente di essere il primo bambino amico di un gallo/gallina con la zampa di legno!

TOPIOPI’
Andrea Camilleri (testo)
Giulia Orecchia (illustrazioni)
Mondadori
Anno di pubblicazione: 2016
96 pp. | 14 x 21 cm.
Prezzo di copertina: 16 euro

Età di lettura consigliata: dai 4 anni

topiopi

Per svolazzare ancora un po’ nelle atmosfere estive…

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