A volte ho la tentazione di scrivere solo: vi consiglio questo libro, leggetelo. Ciao, alla prossima.
Dunque ora dico: Mamette è un gran bel fumetto, per tutti, leggetelo. Ciao, alla prossima.
Invece poi mi piace argomentare, accompagnarvi, incuriosirvi.
Anche perché il libro di oggi, I ricordi di Mamette, merita molte parole in più: è un racconto con un’identità ben precisa, non banale, e coinvolgente. Non è poco. E poi, sono certa che la piccola Mamette vi conquisterà, come ha conquistato me (e ancor prima mia figlia Ilde).
Marinette, detta Mamette appunto, nasce dalla penna di Nob, fumettista francese che ha creato il personaggio di questa simpatica nonnina, di cui in Italia sono editi i tre volumi che ne raccontano l’infanzia, attraverso i suoi ricordi (chissà se arriveranno anche gli altri libri, quelli con la nonnina protagonista…).
Credo che la grande forza di questa serie sia la capacità di dare forma visiva ed emotiva ad un mondo ben preciso, con i suoi personaggi, le sue vicende, le sue ambientazioni, parlando sia ai bambini che agli adulti, in maniera diversa.
Il racconto è quello di un’infanzia vissuta negli anni ’30 in campagna; si percepisce lo sguardo nostalgico, proprio dell’età matura, la vividezza dei ricordi e i sentimenti che ancora animano il cuore di Mamette.
Lungi dall’essere una cronaca, o una narrazione edulcorata, i ricordi di Mamette affondano nelle pieghe più dolorose di una famiglia che vive una separazione – quella tra i genitori – e nella vita di Mamette che a 9 anni viene mandata a vivere dai nonni in campagna, lontana dagli affetti conosciuti e dalla città che ama.
Ne risulta un ritratto e un affresco agrodolce ed al contempo entusiasmante.
Ho comprato per sbaglio il 2. volume di I ricordi di Mamette, ma a mia figlia di 8 anni piace molto. La sera lo leggiamo a volte insieme, ma lo legge anche da sola. E mi ha già detto che vorrebbe anche il primo volume. Ottimo consiglio! 🙂