E se un giorno una gallina deponesse un uovo nero?
Sono sempre incuriosita dagli adattamenti delle fiabe classiche ad opera di autori/autrici contemporanei, nel vedere come una nuova luce si insinui in un’impalcatura narrativa preesistente.
La fiaba L’uovo nero di Luigi Capuana (fine ‘800) non riporta a una tradizione popolare precisa ma è frutto dell’invenzione dello scrittore siciliano, è quindi fiaba d’autore, e ad essa Sante Bandirali e Alicia Baladan si sono riferiti per scriverla e illustrarla nella forma di albo illustrato, con un esito a mio avviso decisamente felice.
Lo sguardo originale dei due autori emerge in modo netto e rappresenta un elemento di fascino in una fiaba che smuove tensioni profonde, come tutte le fiabe, del resto.
Sante Bandirali sceglie una scrittura agevole, fresca e asciutta, mantiene il ritornello caratteristico di Capuana, la struttura incalzante e ritmata, si permette una preziosa variante nel finale, alleggerisce alcuni dialoghi e una certa crudezza, pur mantenendo qualche spada e qualche tuffo in pentola bollente del galletto.
Alicia Baladan compie uno splendido lavoro di reinterpretazione: restituisce abilmente sia gli elementi ironici e umoristici che le tinte più sottilmente drammatiche. Grazie a una scelta di colori elegantemente contrastata, gli inaspettati cambi di prospettiva e le ombre ben posizionate, Alicia sottolinea visivamente i contrasti, le relazioni e le identità, che rappresentano la base simbolica di questa fiaba.
Ne risulta un insieme armonico e gradevolissimo.
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