La storia ha luogo una domenica, giornata di riposo e visite, quando una famiglia di volpi – Clementina e i suoi genitori – va a pranzo dalla nonna, in campagna. Lungo il tragitto, e all’arrivo, diverse le raccomandazioni del padre a Clementina:
Non dimenticare di dire sempre “sì, grazie” e “no, grazie”, non mettere sul tavolo e soprattutto non fare troppa confusione, Nonna è una vecchia volpe.
La nonna attende sulla soglia, “buongiorno passerotto mio”, abito azzurro e scarpe blu, il solito abbraccio un po’ fastidioso perché “nonna è sempre piena di ramoscelli”. Qui la sua immagine, per come ce l’eravamo raffigurata nelle parole del papà di Clementina, stona un po’, come quei rametti su abito e pelliccia.
Entriamo nella casa, deliziosa e ordinata dai piccoli dettagli curati, circondata da un giardino curato e razionale. Durante il pranzo si conversa piacevolmente, la nonna si appisola a fine pasto, Clementina si annoia, esce, e gironzola.
Finchè non scopre un buco nella siepe.
Qualcosa di inaspettato nella disposizione piatta del giardino. Sarà quel buco, vero e proprio topos letterario di un passaggio che apre a un mondo altro, a schiudere un’incredibile avventura.
Il mondo in cui si trova Clementina, dopo un tunnel di rovi e cespugli pieni di rametti, è un luogo naturale, pieno di animali da osservare, tronchi su cui saltellare, laghi in cui tuffarsi, che la volpina, più ragazzina che bambina, conosce seguendo la persona umana in cui si imbatte appena uscita dal tunnel: un ragazzino umano che la invita a giocare.
La loro è una relazione fatta di esperienze e silenzi, l’umano non comprende la lingua di Clementina, e si addentra in una meraviglia dopo l’altra fin quando una voce, proveniente da quell’altra parte del mondo, chiama Clementina.
E’ ora di tornare a casa.
L’abbraccio di saluto con la nonna, ora, è tra due pellicce e vestiti zeppi di rametti e ramoscelli.
Mi è piaciuta moltissimo la resa della nuova complicità tra nonna e nipote che non viene raccontata, nemmeno a parole, ma resa nell’abbraccio e lasciata all’immaginazione del lettore.
Sempre al lettore è lasciata la libertà di interrogarsi e fantasticare, se lo desidera, su cosa sia quel mondo al di là della siepe nel quale affiorano, lettura dopo lettura a un occhio curioso, particolari di elementi reali e fantastici. E la nonna? Da quanto tempo conosce quel passaggio? L’ha forse lasciato visibile con intenzione a Clementina, come una sorta di passaggio di testimone? Ha visto anche lei il ragazzino, o ci sono altre persone? E Clementina, ci farà ritorno altre volte?
Come sempre, i migliori libri sono quelli che sanno amplificare l’esperienza di lettura.
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