La bambina di burro

Ada

Sul mercato editoriale troviamo numerosi albi o libri illustrati che catalogano mirabilmente il mare magnum dei genitori andando a suddividerli, grazie ai principi dell’insiemistica, in differenti categorie. Sono spesso albi divertenti e ironici in cui il bambino va alla ricerca dei propri genitori.

Poi ci sono libri dove le declinazioni della genitorialità vengono, in modo meno esplicito, abilmente descritte, con le sfumature e i limiti che gli appartengono.

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Una sera Silvia mi ha messo in mano un piccolo libro illustrato dai colori brillanti – La bambina di burro e altre storie di bambini strani, scritto da Beatrice Masini ed illustrato da Peggy Nille per la collana Storie&Rime di Einaudi Ragazzi –  ed è stato amore a prima vista. Lei sa che mi piacciono i “libri difficili”, quelli dove non si nascondono le fatiche, le cose brutte, quei libri in cui non necessariamente tutto va bene, quei libri in cui i bambini possono ritrovare la loro realtà.

Ecco, questo libro illustrato dal formato non invadente è un faticoso e profondamente vero catalogo di genitori senza volerlo esplicitamente essere. Ci porta a incontrare dinamiche famigliari in modo piuttosto disincantato e, a tratti, di difficile gestione emotiva per un adulto che non vuole riconoscersi in quelle famiglie descritte.

Lo fa con leggerezza, nonostante i temi affrontati, la Masini.

Ci racconta del bambino di carta:

Comunque non si preoccupava tanto. Essendo un bambino di carta, capiva che era naturale correre certi rischi che gli altri bambini non correvano, ma insomma la vita è sempre un po’ pericolosa, fa parte dell’avventura.

La saggezza disarmante di questo bambino cozza con il senso di iperprotezione dei genitori che, pur di starsene egoisticamente tranquilli, rinchiudono il piccoletto a prendere polvere in un quadro appeso al muro sopra il divano. GENITORI IPERPROTETTIVI

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Ci racconta della bambina di pelo – la preferita di mia figlia – che si ribella alla madre igienista che la mette in lavatrice tutte le sere.

E lei non sopportava di venire chiusa nella lavatrice con il detersivo che le colava negli occhi e l’acqua che le entrava nel naso. Odiava soprattutto la centrifuga, quando per strizzarla bene il cestello cominciava a girare velocissimo. Le veniva sempre il mal di testa, con la centrifuga.

Forse è proprio la rivincita contro questa madre che tanto è piaciuta a mia figlia: la bambina di pelo alla fine, per non doversi lavare tutti i giorni, riesce a tingersi di blu per far vedere meno lo sporco.  GENITORI IPERIGIENISTI

Il racconto prosegue con la storia del bambino d’erba che cresce pianissimo e vive in un appartamento in cui l’unica cosa verde forse è un tappeto. Si sente terribilmente solo.

I figli delle sue amiche, quelli che avevano la stessa età del bambino d’erba, erano tutti più alti e più robusti. […] Il bambino d’erba mangiava solo acqua, anzi, la beveva. A lui andava bene così.

Un bambino che non cresce e che non mangia a sufficienza, che fisicamente non è come gli altri, è cruccio per una madre. Ecco allora arrivare in soccorso l’aiutante magico della storia, un giardiniere attento che  aiuta il bambino d’erba a trovare una propria dimensione di realizzazione e comunità all’interno della sua serra. GENITORI ANSIOSI

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E poi troviamo ancora tanti altri “tipi” di bambini dentro al libro…

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Non sempre sono bambini prevaricati da genitori ingombranti. C’è la bambina di pane il cui padre fornaio, per evitare che i compagni ne mangino tutti i giorni un pezzo, la manda a scuola con panini per tutti oppure il bambino di gomma il cui padre viaggiatore decide che la famiglia deve starsene unita e inizia a portarlo con sè in trasferta.

Penso che la bellezza e al contempo la complessità di questo libro sia legata al fatto che i bambini che lo popolano non sempre vedono un happy ending. A volte vengono travolti dall’ingombrante e prevaricante genitore e dalla sua incapacità di vedere la persona che ha davanti con il suo essere altro. Ma purtroppo questo libro è anche terribilmente vero e attuale.

In una chiave meno tragica possiamo invece andare a riconoscere pezzi di noi in ciascuna storia.

Io mi sono ritrovata nel corso della mia vita di madre a mettere in pratica, certamente in modo involontario e per fortuna in modo saltuario, alcuni dei comportamenti soverchianti di questi genitori.

Qualcuno potrebbe pensare che questo libro illustrato, il cui formato con testo abbondante e poche immagini lo rende certamente adatto per la lettura autonoma di bambini dai 7 anni, possa essere più un libro per adulti che per piccoli lettori ma io non ne sono convinta. La nostra società oggi ci insegna a mettere in pratica quel meccanismo di iperprotezione dei nostri figli e, a volte, a metterli sotto vetro come nell’intento di salvaguardarli ed evitare loro dolori e dispiaceri. I bambini di questo libro però nella realtà esistono eccome, sono bambini che i nostri figli incontrano tutti i giorni a scuola, in cortile, in palestra e a cui forse faticano a dare una collocazione o a capirne le diverse dinamiche famigliari. Questo libro è profondamente vero e pieno di spazi di riconoscimento della realtà. Questo lo rende anche difficile.

LA BAMBINA DI BURRO E ALTRE STORIE DI BAMBINI STRANI
autore Beatrice Masini – illustratore Peggy Nille
Einaudi Ragazzi
Pagine: 80
Formato: 13,5 x 19 cm
Prezzo: 10,00 Euro
Età di lettura: dai 7 anni

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