Se i romanzi (L’evoluzione di Calpurnia e Il mondo curioso di Calpurnia) sono propriamente storie di formazione adatte a lettori grandicelli, dagli 11/12 anni, ecco che Jacqueline Kelly ci regala un libro più accessibile ai giovani lettori, diciamo dai 7 anni.
Puzzole che puzzano è una bella storia, incentrata su una divertente avventura.
Protagonista è sempre lei, Callie, voce narrante. Emerge in primo piano Travis, uno dei fratelli minori, la cui estrema sensibilità lo porta spesso a cacciarsi nei guai nel tentativo di trasformare in animali da compagnia bestie tutt’altro che domestiche. L’intera grande famiglia, compreso il nonno, così significativo nei romanzi, resta sullo sfondo, pur presente in alcuni passaggi determinanti.
Puzzole che puzzano racconta un’istantanea di alcune settimane, una deliziosa avventura con gli animali, un incontro, con parti tenere e divertenti. Le vicende riguardano il ritrovamento di due cuccioli di puzzola (animali selvatici non propriamente graditi ai più!), prima Puzzetta la Moffetta e poi Occhiolino lo Scartino.
Al centro della trama vi è la loro cura, il non semplice accudimento anche per la segretezza dell’impresa, i guai e i colpi di scena, la complicità affettuosa tra Calpurnia e suo fratello Travis.
C’è il veterinario, la mamma, la cuoca Viola, ma soprattutto l’urgenza di capire come nutrire la prima puzzola ritrovata, come tenerla al caldo, come salvarla dai probabili agguati degli altri animali della fattoria; c’è da curare la seconda puzzola scoperta nel tronco cavo, lo scartino della cucciolata, così debole e inappetente, e poi c’è da lavare Ajax, il cane di Babbo che malauguratamente ha irritato puzzetta ricevendo in cambio una bella spruzzata, e infine c’è il colpo di teatro finale, l’ultima rocambolesca avventura che avviene nientemeno che… a scuola.
Restano vivi gli stessi tratti distintivi dei romanzi: una piacevole ironia, un bel ritmo narrativo, il ritratto molto credibile dei due ragazzini protagonisti.
Riconoscibile è pure lo stile narrativo della Kelly, così ben articolato, attento nel lessico ricercato, curato nell’architettura del periodo, qui più dialogato e povero di parti descrittive. Una scrittura che tiene agganciato il lettore ma che pretende anche attenzione e lentezza, proprio come l’osservazione di Calpurnia.
Nonostante dunque il linguaggio e lo stile siano tutt’altro che banali, la semplicità della trama e la concretezza del contenuto rendono godibile questa lettura a lettori anche piccoli che non comprenderanno certamente ogni parola e nemmeno frase, ma godranno senz’altro del racconto.
Quest’estate l’ho letto insieme a Ilde che, nonostante nei suoi quasi 5 anni non abbia compreso alcuni passaggi, si è lasciata molto coinvolgere dalla storia e dalle emozioni suggerite dalla lettura. E si è trasformata in una piccola Calpurnia, con tanto di lente e taccuino!
Vi lascio leggere l’incipit, nella speranza di avervi incuriosito!
Nessuna delle cose terribili che sono accadute sarebbe necessariamente accaduta se la puzzola non avesse attirato l’attenzione su di sè sradicando le piante nel nostro giardino e rubando un mazzo di verdure.
E se Babbo non avesse detto al bracciante di piazzare una trappola e ucciderla.
E se non fosse venuto fuori che la puzzola era una femmina con un cucciolo nascosto in una tana nelle vicinanze. E se mio fratello minore Travis non avesse sentito il cucciolo affamato piangere e non si fosse fermato a indagare.
Ma questa sfortunata serie di eventi si verificò e Travis finì per ricevere una punizione, e diventare un eroe nello stesso preciso momento.
i libri precedenti sono stati stupendi come questo terzo libro. Complimenti alla autrice! (:
Un’ottima autrice davvero.